Il dolore al braccio non è l’unico segnale di un infarto: attenzione ai sintomi difficili da riconoscere ma che non vanno sottovalutati
Molto spesso si pensa che i segnali di un infarto imminente o in corso siano riconducibili unicamente ad un dolore al petto e al braccio ma non è cosi. Vi sono molti altri sintomi legati a questa patologia che troppo spesso vengono sottovalutati proprio a causa di una limitata conoscenza della materia, ma che sono veri e propri indicatori del cosiddetto infarto silenzioso.
Vediamo anzitutto in cosa si differenzia da un tradizionale attacco di cuore, come è possibile riconoscerlo ed intervenire subito e quali sono le possibili cure associate a questa patologia.
Quando il flusso di sangue diretto verso una parte del cuore viene interrotto in maniera improvvisa si verifica il cosiddetto infarto miocardico, meglio noto come attacco cardiaco. i danni al tessuto muscolare e cardiaco sono associati a questa patologia e molto spesso i sintomi che la accompagnano sono evidenti e sono essenzialmente riconducibili ad uno strano ed improvviso dolore al braccio nonché al classico dolore al petto.
Ma vi sono anche altri segnali che, se riconosciuti, permettono di riconoscere in tempo una variante dell’attacco di cuore nota come infarto silenzioso. In questi casi non vengono avvertiti chiari sintomi ma una serie di elementi consentono comunque di capire che c’è un infarto in corso.
Anzitutto è bene imparare a distinguere un infarto tipico da quello silenzioso. Nel primo caso il dolore toracico, la mancanza di respiro, la nausea e la sudorazione ed il dolore al braccio sono segnali chiave. Nel secondo caso invece i sintomi sono più vaghi e meno specifici tanto che spesso può possono passare inosservati fino a quando vengono rilevati attraverso esami medici di routine.
Da essi possono emergere segnali di un danno al cuore anche senza sintomi. Le sensazioni avvertite dal paziente possono essere una sorta di lieve oppressione al petto tanto che spesso viene ricondotta ad altre problematiche. Importante è dunque conoscere la propria storia clinica: malattie cardiovascolari o fattori di rischio come diabete, fumo o ipertensione prevedono un monitoraggio costante con esami di imaging come l’ecocardiogramma o la scintigrafia miocardica, essenziali per rilevare un eventuale infarto silenzioso.
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