Reddito alimentare, i dettagli della misura rivolta alle persone che si trovano in situazioni di estrema povertà.
Ritrovarsi in situazioni di difficoltà economica può portare addirittura all’impossibilità di acquistare beni di prima necessità come gli alimenti per potersi sfamare. Una situazione complessa che potrebbe far sprofondare interi nuclei familiari in una spirale negativa, un buco nero dal quale potrebbe risultare estremamente difficile uscire.
Fortunatamente esistono misure specifiche rivolte alle persone che si trovano in estrema povertà o che hanno redditi molto bassi, insufficienti a garantire loro una copertura costante di tutte le spese che devono mensilmente sostenere. In questo caso ci occuperemo di coloro che vivono nelle condizioni più difficili ovvero che sono prive di reddito o risparmi e non hanno dunque la possibilità di acquistare cibo. Analizzando la misura nota come reddito alimentare.
La particolarità di questa misura è il fatto di consentire a chi ne ha davvero bisogno di poter accedere al cibo in maniera gratuita. Alla base del reddito alimentare infatti vi è la distribuzione gratuita degli alimentare, con una procedura ben strutturata che si trova in una fase iniziale, pronta per partire in via sperimentale in alcune città. Ma in cosa consiste? In sostanza si fa riferimento ai prodotti invenduti nei negozi della distribuzione alimentare, quelli che in diversi casi, senza una struttura di distribuzione, verrebbero eliminati e distrutti.
Il reddito alimentare, al via a Firenze, Genova, Palermo e Napoli, va a colmare questo vuoto mediante il ritiro di tali alimenti, che solitamente presentano confezioni rovinate o che si trovano prossimi alla scadenza, per distribuirli a chi più ne ha bisogno. Il beneficio è duplice perché oltre ad aiutare in maniera concreta le persone in stato di povertà, si combatte in tal modo lo spreco alimentare.
Il progetto andrà a coinvolgere i comuni ma anche gli enti del terzo settore o i soggetti pubblici attivi nel contesto dell’assistenza alimentare rivolta alle persone in stato di grave povertà. D’altro canto anche gli operatori del settore alimentare potranno parteciparvi impegnandosi a donare cibo invenduto. Occorrerà dunque, non oltre il 31 marzo, presentare un apposito progetto previo acceso al portale Servizi Lavoro e all’invio di richiesta di abilitazione all’indirizzo: supporto.redditoalimentare@lavoro.gov.it.
Andranno chiaramente indicati tutti i dati richiesti, compresa la Città Metropolitana di riferimento. Il Ministero del Lavoro ha inoltre predisposto un sistema ad hoc, un gestionale per ricevere le progettualità a partire dal 22 febbraio e anche per garantire il corretto tracciamento dei prodotti alimentari nonché delle fasi di presentazione e gestione, di controllo e di rendicontazione dei progetti. Lato cittadino dunque, non sarà necessario presentare alcuna domanda.
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